Economia all'Idrogeno by Jeremy Rifkin

Economia all'Idrogeno by Jeremy Rifkin

autore:Jeremy Rifkin [Rifkin, Jeremy]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-26T12:28:33+00:00


Il primo scienziato a comprendere il reale potenziale dell’idrogeno fu John Burden Sanderson Haldane, che in se-

guito si dedicò ad altre discipline e divenne uno dei più celebri genetisti del Novecento. Nel 1923, poco più che ven-tenne, Haldane tenne una lezione alla Cambridge Univer-

sity in cui predisse che l’energia tratta dall’idrogeno sarebbe stata il combustibile del futuro. Da qui procedette per delineare, in un saggio scientifico, la tesi a favore dell’idrogeno e le modalità con cui sarebbe stato possibile produrlo, immagazzinarlo e sfruttarlo. Le sue intuizioni erano, all’epoca, così rivoluzionarie da sollevare l’incredulità dei suoi colleghi della Royal Academy, eppure tracciavano, in ogni particolare, la strada che sarebbe stata seguita per dominare e sfruttare l’idrogeno.

Haldane partiva da una vigorosa difesa della superiorità dell’idrogeno su ogni altra forma di energia. Scriveva che

«l’idrogeno liquido, a parità di peso, è il più efficiente fra i metodi conosciuti di conservazione dell’energia, dal momento che genera il triplo delle calorie rispetto al petrolio».13 Affrontava poi la questione di come dovesse essere prodotto e prevedeva che, entro quattro secoli, il fabbisogno energetico della Gran Bretagna sarebbe stato soddisfatto da schiere di mulini a vento metallici collegati a generatori elettrici che, ruotando, forniranno corrente ad alta tensione a giganteschi elettrodotti. A una distanza adeguata ci saranno grandi centrali di generazione in cui, nelle giornate ventose, la potenza in eccesso verrà utilizzata per la scomposizione elettrolitica dell’acqua in ossigeno e idrogeno. Questi gas saranno liquefatti e immagazzinati in serbatoi in camere a vuoto, probabilmente interrati … Nei periodi di calma di vento, i gas saranno ricombinati in motori a scoppio collegati a diriamo che produrranno nuova energia elettrica o, più probabilmente, a celle di ossidazione. Questi immensi depositi di gas liquefatti permetteranno di immagazzinare l’energia eolica, in modo da poterla utilizzare per l’industria, i trasporti, il riscaldamento o l’illuminazione, secondo necessità.14

Haldane giunse perfino ad anticipare gli enormi ostaco-

li che si sarebbero frapposti alla transizione verso un regime energetico fondato sull’idrogeno, oltre che le conseguenze di tale transizione in termini sociali e ambientali.

Sul primo fronte, Haldane riconosceva che «gli investi-

menti iniziali saranno considerevoli, ma i costi operativi decisamente inferiori a quelli del sistema attuale». Il grande vantaggio sociale dell’adozione dell’idrogeno come ba-se del regime energetico sarebbe stato che «l’energia avrà lo stesso costo in ogni angolo del paese, permettendo una grande decentralizzazione dell’industria».15 Secondo Haldane, i benefici ambientali sarebbero stati altrettanto importanti, dato che «non si produrranno fumi o ceneri».16

L’idrogeno fu sfruttato per la prima volta come carbu-

rante nell’aviazione, a cavallo fra gli anni Venti e Trenta. I tecnici tedeschi lo utilizzavano come carburante ausiliario per gli Zeppelin - i dirigibili tedeschi impiegati per il trasporto passeggeri attraverso l’Atlantico -, il cui carburante primario era una miscela di benzene e benzina. I motori erano modificati in modo che le normali fuoruscite di

idrogeno, provocate per regolare la quota di «galleggiamento» del dirigibile, potessero essere sfruttate come carburante.17 Già negli anni Trenta e Quaranta, l’idrogeno era impiegato in Germania e in Inghilterra come carburante

sperimentale per automobili, autocarri, locomotive, e perfino sommergibili e siluri.



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